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Fototrappole al confine con la Slovenia. CasaPound: “Ennesima presa in giro in campagna elettorale”



Trieste, 24 Marzo - Striscioni firmati da CasaPound Italia sono comparsi in ogni provincia della regione.

“Pare surreale che dopo più di due anni l’unico provvedimento che la Regione Friuli Venezia Giulia sia stata in grado di prendere per contrastare la Rotta Balcanica sia l’installazione di alcune fototrappole nei boschi lungo il confine con la Slovenia. È evidente – denuncia CasaPound – che si tratta di una boutade elettorale, dal costo di oltre 30.000 €, che non avrà alcun effetto sul fenomeno migratorio”.

“Pensate all’utilità di una fototrappola: non ha alcuna funzione di deterrenza, perché il clandestino che vuole entrare in Italia lo fa a prescindere; non ha alcuna funzione di rallentamento, perché non costituisce barriera fisica in grado di fermare chicchessia; non ha funziona legale, perché già si sa che gli immigrati arrivano dalla Slovenia e, nonostante questo, i respingimenti o i rimpatri continuano ad essere un lontano miraggio. Quindi, a ben vedere, l’unica funzione che hanno le fototrappole e documentare ciò che già è noto a tutti: frotte di immigrati clandestini passano quotidianamente dai boschi per entrare illegalmente in Italia”.

“Stando così le cose, quindi, viene da chiedersi se a questi politicanti interessi veramente il tema dell’immigrazione o venga usato esclusivamente come strumento elettorale per gonzi perché è evidente che si tratta dell’ennesima presa in giro che, come puntualmente accade, prende forma di propaganda elettorale. Ciò è reso ancora più grottesco dal fatto che di questi temi se ne parla quanto meno dal 2020, data in cui CasaPound Italia ha voluto denunciare il fenomeno della Rotta Balcanica con un ingresso pacifico in Consiglio Regionale. È legittimo chiedersi, quindi, perché questi personaggi favoriscono con la loro connivenza le cooperative rosse che da sempre lucrano sul tema dell’immigrazione. Che, da questo punto di vista, ci sia un interesse reciproco a che l’Italia diventi la succursale di qualche paese medio-orientale o africano, quindi, appare abbastanza chiaro: da una parte c’è chi campa di voti e di poltrone e dall’altro c’è chi campa di finanziamenti pubblici. Un sistema perfetto in cui tutti gli attori, da destra a sinistra, risultano felici e amici nascosti dietro un'apparente rivalità. E l’ennesima riprova di ciò è data dal fatto che il nostro movimento che è l'unico che ha avuto il coraggio di denunciare in maniera coerente, forte e determinata la rotta balcanica è stato oggetto di attacchi e denunce bipartisan. Perché su questo tema, a quanto pare, il manovratore non deve essere disturbato”

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