"12/06: nè pace nè perdono per terroristi e criminali titini" è questo il testo dello striscione apparso questa mattina a Trieste a firma di CasaPound Italia.
"Il 12 giugno è sicuramente una data importante per Trieste: un passo avanti per il riconoscimento di ciò che è stata l'occupazione titina della nostra città" - spiega Francesco Clun, responsabile cittadino di CasaPound Italia - "Un monito a tutti coloro, tra cui l'ANPI, che ancora oggi cercano di riscrivere la storia negando o giustificando i crimini di guerra perpetrati ai danni della popolazione civile..
A questa data vogliamo dare un significato più profondo e non solo rivolto al passato. Questa giornata può e deve rappresentare il primo passo affinché certi personaggi vengano consegnati alla storia per quello che erano: dei criminali. Non ci riferiamo solo alle truppe del IX Corpus di Tito, che la storiografia ufficiale ha correttamente identificato come infami assassini, ma a tutti quei terroristi che nel corso di moltissimi anni, tramite attentati dinamitardi, stragi e devastazioni, hanno cercato di annettere questi territori alla Jugoslavia
"Tra questi ricordiamo i terroristi giustiziati al poligono di tiro di opicina (Pinko Tomažič, Ivan Vadnal, Simon Kos, Viktor Bobek e Ivan Ivančič) e quelli di Basovizza (Zvonimir Miloš, Fran Marušič, Ferdo Bidovec e Aloyz Valenčič)".
"L'auspicio" - prosegue il responsabile di CasaPound - "è che questa data possa finalmente mettere in evidenza che i monumenti eretti in loro ricordo, rappresentano, in verità, la volontà di pochi nostalgici di ricordare alcune delle pagine più buie della storia cittadina. E l'auspicio è anche che certe manifestazioni jugonostalgiche non trovino più ospitalità in Italia la cui terra è ancora imbevuta del sangue innocente di migliaia di vittime civili.
Davanti a tutto questo, però, non possiamo ignorare né l'insofferenza dell'ANPI locale e di parte della stampa slovena, né il silenzio cittadino davanti alla cessione del palazzo oggi sede della scuola interpreti e traduttori. È ipocrita istituire una giornata così importante come quella del 12 giugno e allo stesso tempo cedere un palazzo di 12 milioni di euro ad una comunità che continua a mostrare simpatia e benevolenza per quella che fu una delle più grandi tragedie della storia Giuliana, istriana, fiumana e dalmata"
"Mettere in discussioni oggi quell'accordo figlio di uno "scambio" fatto dall'allora ministro Alfano e soprattutto basato su una visione totalmente mistificata della storia è fondamentale affinché vecchie ferite non vengano riaperte gettando Trieste, nuovamente, negli anni della divisione" - conclude Clun.
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